IL NARCISISMO E LE SUE CARATTERISTICHE

Il narcisismo è un disturbo di personalità.

Il DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) inserisce il narcisismo nel Cluster B, ovvero in una categoria che comprende disturbi con eccessiva manifestazione delle emozionidrammaticità e teatralità.

La persona con disturbo narcisistico considera sé stessa al centro dell’attenzione.

Il narcisista manca di empatia e coinvolgimento emotivo.

Questi soggetti tendono a circondarsi di persone di ceto sociale elevato e benestanti.

Hanno un senso di ‘grandiosità’ e superiorità connesso al loro costante bisogno di ammirazione.

Il narcisista deve soddisfare un bisogno psicologico dato dalla ricerca frequente e assidua dell’approvazione e di riconoscimenti da parte degli altri.

Si tratta di persone che appaiono altezzose e spesso offensive, incapaci di comprendere gli stati d’animo altrui.

I narcisisti spesso sfruttano le persone e non ne riconoscono i bisogni; gli altri diventano individui con scarso valore.

Pare che la percentuale di narcisisti nel mondo odierno stia aumentando.

Una delle spiegazioni maggiormente condivise è relativa al fatto che oggi si vive in una società di apparenze e si ricercano sempre approvazioni da parte degli altri.

Gran parte della popolazione rende pubblica la propria vita condividendo foto e descrizioni sui social, nell’ottica di acquisire notorietà, di dare un’immagine perfetta di sé e della propria vita.

Questa costante ricerca di attenzione porta le persone a considerare gli altri al pari di oggetti utili ai loro scopi.

Le persone diventano un mezzo per raggiungere dei fini e non vengono considerate nel loro valore etico, morale, sociale, personale, emotivo.

Con disturbi di questo calibro la terapia si rivela necessaria e utile al fine di promuovere un miglioramento e un cambiamento.

SLEEP TEXTING: COS’E’?

Lo sleep texting è un fenomeno diffuso principalmente tra i giovani.

Si tratta di messaggi inviati nel sonno che al mattino non si ricorda di aver mandato.

Lo sleep texting coinvolge sempre più adolescenti e ragazzi, i quali non hanno memoria del contenuto dei messaggi inviati prima di addormentarsi.

Capita spesso, che i messaggi siano privi di senso e il loro contenuto sia poco chiaro.

Secondo un recente studio, lo sleep texting si collega ad un sonno interrotto e irregolare.

Il sonno, si sa, è fondamentale per diverse ragioni: riposo, recupero di energie, sviluppo del corpo, processi di memoria e molto altro.

Se, dunque, si dorme poco e ci si sveglia nella notte, le conseguenze possono essere molte.

Ricordiamo, infatti, il cattivo rendimento scolastico, scarsa concentrazione e, sottolineano i ricercatori, lo squilibrio emotivo.

Lo sleep texting, nonché altre attività svolte su laptop, tablet e e-reader, compromettono la qualità del sonno e il regolare svolgersi delle attività quotidiane.

Una tendenza come lo sleep texting è da non sottovalutare. La compromissione del sonno e le sue conseguenze, se perdurano nel tempo, possono anche portare a sviluppare disturbi fisici e psicologici.

Pertanto, è fondamentale porre attenzione alla qualità del sonno e all’uso di apparecchi elettronici a tarda ora.

Fonte: Popular Science

SOCIAL E NARCISISMO ?

E se i social fossero una delle con cause del narcisismo?

Oggi viviamo in una realtà virtuale e perdiamo il contatto con tutto ciò che ci circonda veramente.

È questo il motivo, probabilmente, per cui ci si focalizza sulla notorietà in termini di ‘mi piace’ e ‘seguaci’.

Ostinarsi alla ricerca della notorietà porta a sviluppare una vera e propria dipendenza per i social tanto che patologie come la dipendenza dal web sono, oggi, espressione di una tendenza narcisistica.

Il perché è semplice. La dipendenza mette in luce fragilità e incertezze per le interazioni sociali.

Alcuni  recenti studi, infatti, hanno mostrato delle correlazioni tra narcisismo e uso dei selfie.

Si potrebbe dunque parlare di narcisismo da social?

La problematica coinvolge soprattutto adolescenti e giovani adulti che ogni giorno controllano l’aumento o meno dei propri followers.

Mentre, la tendenza degli anziani a focalizzarsi su sé stessi è correlata, spesso a solitudine e fragilità.

Questa nuova forma di narcisismo porta la persona a mettersi in mostra sui social per dimostrare la sua esistenza. Inoltre, cercherà di far apparire la sua vita come perfetta e straordinaria.

Si tratta, in realtà, di persone  insicure, titubanti, vulnerabili, con difficoltà nelle relazioni interpersonali. Alcuni studi dicono anche che si tratti di individui che faticano a concentrarsi, ad essere ricettivi e perspicaci.

Questo è il motivo per cui adottano un comportamento compensatorio sui social che li renda visibili e aumenti il loro Ego.

Ovviamente non tutti sviluppano una condizione di narcisismo, ma i social hanno certamente un’influenza rilevante che non va sottovalutata.

Fonte: Popular Science

LA SOCIAL DIPENDENZA E LE SUE CONSEGUENZE

‘Dipendenza da social’ non è solo un’espressione per indicare l’eccessivo utilizzo dei numerosi social network. Essa indica, piuttosto, una dipendenza al pari della dipendenza da droga.

Numerosi ricercatori infatti sostengono che i social siano come la droga.

Per chiarire meglio questa affermazione, vorrei riportare una serie di evidenze scientifiche ottenute in un recente studio.

L’Università del Michigan ha evidenziato una correlazione tra l’utilizzo dei social e la compromissione del processo decisionale. È proprio la capacità di prendere decisioni, infatti, che diventa carente nei tossicodipendenti.

Lo studio condotto in merito ha dimostrato che gli individui i quali eccedono nell’uso dei social, prendono decisioni peggiori rispetto a chi invece ne fa un uso ridotto.

Pare che la correlazione tra decisioni sbagliate e dipendenza da social risulti analoga a quella tra cattive decisioni e dipendenza da oppioidi, cocaina, e altre droghe.

In un’era in cui gran parte della popolazione mondiale utilizza i social, è bene tener conto di questi dati in quanto il fenomeno di dipendenza da social potrebbe aumentare drasticamente e compromettere diverse funzionalità e capacità degli individui.

Se da un lato i social portano alcuni benefici, dall’altro però c’è il rischio che le persone non riescano a distaccarsene e sviluppino una serie di ‘effetti collaterali’.

Oltre che il processo decisionale, potrebbero essere compromesse l’emotività, la voglia di stare con gli altri, di socializzare e di avere una conversazione faccia a faccia con qualcuno.

Queste e altre conseguenze simili rischiano di compromettere il benessere e la felicità delle persone.

Limitare l’uso dei social vi aiuterà a mantenere intatte diverse funzionalità del vostro cervello e a rendervi attivi non solo virtualmente ma soprattutto realmente.

 

Fonte: Popular Science

I SOCIAL COME UNA DROGA

Quanti accetterebbero di star lontani da WhatsApp, Instagram e Facebook per 7 giorni?

Probabilmente in pochi e sentir pronunciare questa domanda potrebbe già generare un senso di preoccupazione.

Alcuni psicologi dell’Università Karl Landstenier hanno avanzato questa richiesta a più di 1000 persone. Tuttavia, solo 152 persone (il 15%) hanno accettato di partecipare.

La mancata adesione del restante 75% esprime la certezza di poter riscontrare sintomi di astinenza notevoli.

Anche chi ha deciso di partecipare allo studio ha mostrato sintomi di astinenza seppur meno pronunciati.

Nonostante i partecipanti potessero comunque usare sms, telefonate e e-mail, hanno trasgredito la regola di non accedere ai social prima dello scadere dei sette giorni.

Queste evidenze portano i ricercatori a concludere che i sintomi di astinenza dai social siano gli stessi di quelli associati con sostanze che generano dipendenza (alcol, droghe, gioco d’azzardo) e sono anche gli stessi che si riscontrano in casi di ansia, noia e cambiamenti dell’umore.

La dipendenza dai social non è più solo un modo di dire o un fenomeno di poco conto.

Si tratta di una dipendenza pericolosa, la cui incidenza è sempre più significativa.

 

Fonte: Popular Science

NEO-MAMME E DEPRESSIONE

La famosa depressione post-partum rappresenta una preoccupazione per le neo-mamme e per le donne in generale.

Nell’ultimo decennio sembrerebbe però che i sintomi della depressione post-partum compaiano ancor prima della nascita del bambino.

Questa constatazione deriva da una ricerca condotta all’Università di Bristol, nel Regno Unito.

I ricercatori hanno evidenziato che le mamme di oggi hanno maggiori probabilità di cadere in depressione rispetto alle mamme delle generazioni precedenti.

Tra le cause dell’aumento dell’incidenza di depressione vi è il lavoro, la carriera che potrebbe ostacolare la vita famigliare ma soprattutto l’influenza dei social.

I social, incrementano il confronto sociale e le pressioni finanziarie.

È come se fosse una gara a chi acquista più tutine ai propri bimbi e a che inserisce più foto originali sul web.

Questa forte pressione sociale, se mal gestita, porta molte donne a sviluppare una depressione con il rischio di poterla tramandare alla propria figlia. Infatti, è stato riscontrato che le figlie di donne che hanno sofferto di depressione durante la gravidanza, hanno un rischio tre volte maggiore di svilupparla a loro volta rispetto alle figlie nate da donne che invece non ne hanno sofferto.

La depressione è un disturbo importante che non coinvolge esclusivamente la persona interessata ma si riflette anche nelle relazioni familiari e interpersonali.

Soprattutto durante la gravidanza la depressione può nuocere al benessere del figlio o della figlia che nascerà.

Prevenirla e superarla è possibile grazie a degli interventi mirati associati anche alla motivazione personale e al supporto familiare.

 

Fonte: Popular Science