LE ALLUCINAZIONI

Le allucinazioni consistono nella percezione di qualcosa che non è reale.

La psicopatologia classica le definisce  percezioni senza oggetto.

La persona, cioè, risponde comunque ad uno stimolo che in realtà è solo immaginario.

È, però, giusto sottolineare che le allucinazioni non rappresentano esclusivamente un fenomeno psichico classificabile come disturbo.

Infatti, anche noi talvolta possiamo sperimentarla. Ad esempio, quando percepiamo un suono che in realtà non è stato prodotto.

Questo spiega come il confine tra normalità e patologia sia molto sottile.

Ritornando alle allucinazioni in senso patologico, vediamo che esse sono di vario tipo.

Distinguiamo infatti quelle visive, uditive, olfattive e ipnagogiche.

Le più comuni e frequenti sono quelle uditive. Queste prevedono che la persona percepisca delle voci, dei rumori, dei ronzii.

Una delle situazioni più gravi è sicuramente quella in cui un paziente riferisce di percepire quotidianamente delle voci in sottofondo. Potrebbero essere voci che, ad esempio, gli comunicano ogni suo movimento e commentano ogni suo gesto.

Capite bene quanto sia stressante ed estenuante una situazione del genere.

Interessanti sono anche le allucinazioni gustative per cui, ad esempio la persona, percepisce come sgradevole un cibo in realtà di suo gradimento o ritiene che quel cibo non è buono in quanto avvelenato.

Questi sono solo alcuni esempi di come le allucinazioni possano compromettere la vita di una persona.

Solitamente esse derivano da un evento scatenante associato a fattori di personalità e vissuto soggettivo della persona.

Le allucinazioni sono trattate da specialisti, il cui aiuto è fondamentale per i pazienti.

 

 

IL CERVELLO DELLE DONNE E L’INVECCHIAMENTO

Il cervello delle donne è almeno 3 anni più giovane di quello maschile e gli uomini raggiungono l’età adulta 3 anni dopo le donne.

Tale differenza, poi, persiste durante tutto l’arco della vita.

Questa evidenza si deve ad una ricerca condotta all’Università di Washington.

Nello specifico, il cervello delle donne è in media 3,8 anni più giovane rispetto a quello maschile e questa differenza cerebrale tra uomini e donne è stata rilevata a tutte le età, a partire dai vent’anni.

I ricercatori hanno utilizzato la PET per scansionare il cervello dei partecipanti allo studio.

Con questa procedura hanno notato che il cervello delle donne invecchia più lentamente rispetto a quello maschile.

Ciò spiegherebbe anche perché le donne siano meno suscettibili degli uomini al declino cognitivo che avanza con l’età.

A influenzare lo sviluppo di malattie neurodegenerative è inoltre il metabolismo cerebrale.

Il cervello si nutre principalmente di zuccheri.

Gli zuccheri, con il passare degli anni, si utilizzano in modi differenti.

Pertanto, analizzare il metabolismo cerebrale potrebbe essere utile a capire le differenze tra uomini e donne quando si invecchia.

Si presuppone infatti che le persone con un metabolismo cerebrale più attivo abbiano minori possibilità di sviluppare problemi cognitivi.

Fonte: Popular Science

LA SEDENTARIETA’ NUOCE ALLA MEMORIA

Condurre una vita sedentaria è dannoso per diversi motivi quali il rischio di aumentare di peso, sviluppare il diabete o malattie cardiovascolari.

Ma non solo!

Stare troppo tempo seduti, comodamente sdraiati sul divano per ore, essere prevalentemente sedentari è dannoso anche per la memoria.

Un interessante studio americano dimostra che la sedentarietà provoca dei cambiamenti in una specifica area del cervello.

Nello specifico, l’area coinvolta è il lobo temporale mediale che è responsabile della formazione di nuove memorie.

Grazie alla risonanza magnetica, è stato possibile scoprire che un comportamento sedentario porta all’assottigliamento del lobo temporale mediale che compromette la memoria.

In questi casi, l’eccessiva attività fisica non compenserà gli effetti dannosi della sedentarietà sul cervello.

L’assottigliamento del lobo temporale potrebbe anche essere un precursore del declino cognitivo e della demenza.

Ovviamente vi sono altre variabili importanti che vanno tenute in considerazione e che sono oggetto di studio in relazione alla sedentarietà: peso, razza, salute mentale, stile alimentare, genere.

Nonostante la mancanza di ulteriori evidenze scientifiche, possiamo però affermare che diminuire il proprio livello di sedentarietà gioverà alla salute fisica e soprattutto mentale.

Infatti, una vita più attiva e movimentata è associata ad un migliore stato di salute in età matura e ad una minore probabilità di insorgenza di malattie.

Fonte: Popular Science

IL SESSO: UN’ARMA CONTRO L’INVECCHIAMENTO

Avere una vita sessuale attiva e appagante aiuta ad essere felici e soddisfatti.

Oltre alle proprietà benefiche che il sesso ha sulla nostra salute, sembra anche che rappresenti l’elisir di lunga vita per le donne.

L’Università della California ritiene infatti che fare l’amore almeno una volta a settimana allunghi la vita delle donne.

Secondo gli studiosi dell’Università della California, le donne che hanno rapporti con il proprio partner almeno una volta a settimana, presentano dei telomeri più lunghi.

I telomeri sono le estremità ‘protettive’ del DNA associati ad un più lento invecchiamento e ad una maggiore durata della vita.

Pare, dunque, che ci sia un legame tra l’intimità sessuale e i telomeri più lunghi.

Si tratta di un legame che è indipendente dalla presenza o meno di conflitti nella coppia o dalla soddisfazione della relazione.

Tuttavia, questi ultimi fattori sono fondamentali in una relazione.

Se, da una parte, il sesso allunga la vita, dall’altra però non è l’unico fattore a determinare la felicità o la stabilità di una coppia.

GEROPSICOLOGIA: LA GIOVINEZZA NON E’ ETERNA

L’eterna giovinezza è il sogno di tutti noi. Eppure, rimane un sogno.

Tutti noi siamo consapevoli delle varie tappe della vita e del fatto che non saremo sempre giovani.

L’età media oggi è sicuramente in aumento e sembrerebbe che le aspettative di vita siano sempre più alte.

Di solito ci si concentra sull’età adolescenziale ed adulta come se la vecchiaia fosse un argomento che non ci riguarda in prima persona.

In realtà, proprio con l’aumento dell’età di vita media, gli psicologi si interessano sempre più agli anziani.

Si parla di geropsicologia ovvero di una branca della psicologia che studia gli aspetti neurologici e psicologici dell’invecchiamento.

Anche la vecchiaia, come le altre fasi della vita, ha delle sue peculiarità. Sicuramente in questa fase si ha una maggiore consapevolezza della fine della propria vita. Scrivono gli psicologi che la fine della propria vita è il culmine delle esperienze di una persona, l’apice della sua storia.

L’obiettivo degli psicologi è quello di chiarire alcuni aspetti relativi alla morte, alle aspettative della persona anziana, alle sue considerazioni circa la soddisfazione della sua vita e i progetti in fase di vecchiaia.

Le aree da indagare e chiarire riguardano gli attuali convincimenti, i cambiamenti cognitivi nel corso della vita, presenza o assenza di malattie e modalità di affrontarle, soddisfazione sessuale, stress familiare, considerazioni sulla solitudine e molto altro.

La geropsicologia è un ambito che si sta sviluppando recentemente. Tuttavia, è sicuramente uno degli ambiti principali che può dare supporto alle persone che attraversano una fase delicata della propria vita.

Vecchiaia può essere sinonimo di ricchezza in termini esperienziali, culturali, sentimentali ma anche di incertezze, nostalgia, tristezza.

La psicologia, in questo senso, può rivelarsi utile per affrontare anche questa fase della vita.

Fonte: American Psychological Association

ALCOL: AGLI ADOLESCENTI NON DISPIACE

L’alcolismo oggi è una dipendenza molto diffusa tra gli adolescenti.

L’età in cui si cominciano a bere i primi bicchieri di birra e i primi cocktail sta decisamente diminuendo e non stupisce che in alcuni pub si vedano ragazzi maggiorenni e non ad ordinare un bicchiere dopo l’altro.

Molti adolescenti cominciano ad assaporare gli alcolici per il gusto di fare una trasgressione o forse per sentirsi grandi.

Qualunque sia la motivazione alla base, l’uso (e abuso) di alcol è dannoso sia per la salute fisica sia per quella mentale.

Secondo la USPSTF (U.S. Preventive Services Task Force), uno screening ad hoc ed una consulenza comportamentale dal medico potrebbero arginare il fenomeno ed evitare il suo evolversi.

Si può parlare di abuso di alcol quando si superano i limiti di 4 bicchieri al giorno negli uomini sani tra i 21 e 64 anni o 3 bicchieri al giorno per le donne sane o uomini con più di 65 anni.

Lo screening è raccomandabile anche agli adolescenti.

L’abuso di alcol, oggi, è la terza causa di morte prevedibile negli USA.

Nonostante le poche ricerche sull’abitudine a bere tra i minorenni, è importante concentrarsi sulla gravità del problema e sulle possibili conseguenze nella sfera della sessualità.

Fonte: Popular Science

CHE STRESS!!

 

Lo stress, al giorno d’oggi, sta diventando un problema con il quale convivere.

La definizione letterale di stress è ‘sforzo’; in particolare è una sindrome di adattamento che mira a ristabilire il proprio equilibrio.

Lo stress è considerato un vero e proprio disturbo che può manifestarsi mediante perdita o aumento di peso, tic, depressione, mal di testa e attacchi d’ansia.

Molte ricerche condotte per indagare il fenomeno dello stress hanno evidenziato come lo stress incida sia nella vita privata che in quella lavorativa.

In Italia, 9 persone su 10 sono colpite da eventi stressogeni che mettono a dura prova le proprie forze e il proprio benessere.

Sono molti, dunque, i disturbi psichici associati allo stress e la maggior parte dipendono dalle condizioni di lavoro.

Alcuni ricercatori, tra cui Marina Osnaghi, ritengono che il mondo del lavoro oggi favorisca conflittualità e ansia. La principale ragione del conflitto è l’errore, personale o di qualcun altro. Inoltre, la conflittualità porta a reazioni di rabbia, ira e fissità di pensiero.

E’ evidente come lo stress incida non solo a livello fisico ma soprattutto a livello psicologico.

Lo stress può far incrinare i rapporti interpersonali, creare discussioni familiari e/o coniugali, far insorgere problemi di ansia e attacchi di panico.

Tollerare lo stress e cercare delle strategie per ridurlo è possibile.

Secondo gli esperti la prima strategia è quella di evitare gli stressati che hanno un impatto negativo sulla salute altrui.

Essere gentili, soprattutto in ambito lavorativo, è un’altra strategia efficace.

Ultima strategia ma non meno importante è ridere: la risata è un meccanismo che stimola cuore, polmoni e muscoli e che fa aumentare i livelli di endorfine rilasciati dal nostro cervello.

Tuttavia, se autonomamente non si riesce a far fronte ad elevati livelli di stress, è possibile rivolgersi ad uno specialista con il quale intraprendere una terapia di supporto e ristabilire l’equilibrio psicofisico.

Saper ridurre lo stress aiuterà a condurre una vita più serena, felice ed equilibrata.

 

Fonte: Popular Science

DIPENDENZA AFFETTIVA: COS’è?

La dipendenza affettiva è un disturbo mentale per cui ci si affida completamente ad un’altra persona.

La dipendenza affettiva porta il paziente a non credere nelle proprie capacità e abilità tanto da convincersi di doversi affidare completamente a qualcun altro per sentirsi apprezzato.

Pensare che il proprio benessere dipenda da un altro fa sì che venga meno la fiducia personale, l’autostima e la capacità di decidere autonomamente.

Le cause che portano a sviluppare la dipendenza affettiva possono essere diverse: metodo educativo dei genitori, eccessiva presenza/assenza genitoriale, abusi sessuali e/o psicologici.

Qualunque sia la causa, la persona con dipendenza affettiva vivrà con la paura costante di essere rifiutata, di non essere mai abbastanza, di non meritare l’amore.

Un disturbo di questo tipo porta il paziente ad annullare sé stesso per diventare schiavo del partner piegandosi ad ogni sua decisione, anche andando contro la sua stessa volontà.

E’ evidente che si tratta di una dipendenza al pari di quella da droghe e sostanze.

Le dipendenze possono rappresentare una minaccia per l’equilibrio psicofisico della persona e possono essere un ostacolo nella vita quotidiana.

In questi casi l’intervento psicologico è fondamentale per indagare le cause del disturbo e per superarlo.

L’indipendenza, la fiducia nelle proprie capacità, l’autostima e l’amor proprio sono requisiti fondamentali per il benessere e la felicità di una persona.

http://www.annamariagiancaspero.it

EDUCAZIONE SESSUALE VS TABU’

Parlare di educazione sessuale, soprattutto a giovani e bambini, non è semplice.

La difficoltà è data innanzitutto dal fatto che, nella nostra società, si pensa all’educazione sessuale come ad un insegnamento basato solo sul comportamento sessuale. Ma la sessualità va oltre ed è un aspetto che accompagna l’essere umano durante tutta la sua vita.

La sessualità non si basa solo sul sesso ma comprende anche l’identità, i ruoli di genere, l’erotismo, il piacere, la riproduzione, l’orientamento sessuale. L’educazione sessuale dovrebbe anche essere accompagnata dall’educazione affettiva ed emotiva.

Un tipico errore consiste nel dare un’impronta negativa a ciò che concerne la sessualità: si parla spesso dei rischi e della “pericolosità” quindi di gravidanze indesiderate, HIV, ecc. e si tralasciano gli aspetti positivi e piacevoli.

Bambini e adolescenti dovrebbero sviluppare delle conoscenze sulla sessualità grazie ai genitori; tuttavia, proprio i genitori e gli adulti scelgono il silenzio su questo argomento. E’ così che si creano i tabù.

Date queste credenze e le difficoltà ad affrontare tematiche così importanti per lo sviluppo della persona, sono in molti a ritenere che l’educazione sessuale debba essere una materia obbligatoria in tutte le scuole.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e altre istituzioni oggi cercano di muoversi in questa direzione e propongono un vero e proprio percorso che prevede l’educazione sessuale per tutti i livelli scolastici (elementari, medie, superiori).

La sessualità non è tabù e vergogna ma è un aspetto fondamentale della nostra vita di cui dobbiamo prendere consapevolezza e di cui non dobbiamo aver timore.

 

Fonte: State of Mind