Le allucinazioni consistono nella percezione di qualcosa che non è reale.
La psicopatologia classica le definisce percezioni senza oggetto.
La persona, cioè, risponde comunque ad uno stimolo che in realtà è solo immaginario.
È, però, giusto sottolineare che le allucinazioni non rappresentano esclusivamente un fenomeno psichico classificabile come disturbo.
Infatti, anche noi talvolta possiamo sperimentarla. Ad esempio, quando percepiamo un suono che in realtà non è stato prodotto.
Questo spiega come il confine tra normalità e patologia sia molto sottile.
Ritornando alle allucinazioni in senso patologico, vediamo che esse sono di vario tipo.
Distinguiamo infatti quelle visive, uditive, olfattive e ipnagogiche.
Le più comuni e frequenti sono quelle uditive. Queste prevedono che la persona percepisca delle voci, dei rumori, dei ronzii.
Una delle situazioni più gravi è sicuramente quella in cui un paziente riferisce di percepire quotidianamente delle voci in sottofondo. Potrebbero essere voci che, ad esempio, gli comunicano ogni suo movimento e commentano ogni suo gesto.
Capite bene quanto sia stressante ed estenuante una situazione del genere.
Interessanti sono anche le allucinazioni gustative per cui, ad esempio la persona, percepisce come sgradevole un cibo in realtà di suo gradimento o ritiene che quel cibo non è buono in quanto avvelenato.
Questi sono solo alcuni esempi di come le allucinazioni possano compromettere la vita di una persona.
Solitamente esse derivano da un evento scatenante associato a fattori di personalità e vissuto soggettivo della persona.
Le allucinazioni sono trattate da specialisti, il cui aiuto è fondamentale per i pazienti.