Lo stress cronico, se persistente, aumenterebbe il rischio di sviluppare demenza e Alzheimer.
A svelarlo è una ricerca dell’Università di Copenaghen, la quale sostiene che le percentuali di rischio siano aumentate dal 25% al 40%.
I ricercatori hanno misurato il livello di stress cronico tenendo conto di alcuni parametri, come la tendenza all’irritabilità, il senso di affaticamento e la demoralizzazione.
Lo stress negativo causa malessere fisico e psicologico.
Chi è particolarmente stressato appare irascibile, teso, nervoso, talvolta distratto e spesso costantemente sovrappensiero.
Quando lo stress diventa cronico si parla di “esaurimento vitale”.
Va sottolineato che lo stress cronico, a lungo andare, diventa problematico e difficile da gestire.
Questo porterebbe a conseguenze poco piacevoli dal punto di vista lavorativo, relazionale, nonché della salute personale.
Grazie alla ricerca condotta dall’Università di Copenaghen, sappiamo che lo stress cronico si associa al rischio di malattie cardiovascolari, obesità, morte prematura e Alzheimer.
Maggiore è il livello di stress, maggiori potrebbero essere le possibilità di soffrire di Alzheimer negli anni successivi.
Questi dati sono essenziali per una serie di considerazioni.
Innanzitutto, invitano alla riflessione sul proprio stile di vita e sui ritmi di ciascuno di noi.
Certamente la società di oggi richiede ritmi sempre più frenetici, prestazioni lavorative/scolastiche sempre migliori, e maggiore competizione.
Tutti questi aspetti hanno un impatto notevole sull’individuo che deve essere in grado di gestire i vari impegni, deve puntare al massimo a scuola/lavoro o in qualsiasi altra attività.
Questo si traduce in stress e stanchezza psicologica e fisica.
L’equilibrio della persona risulta così compromesso e il benessere psico-fisico è alterato.
Che dire…….non sottovalutate lo stress!
Fonte: Popular Science